Verso l’alto – Pier Giorgio Frassati

PGF

Alpinista, terziario domenicano, attivista nella Fuci e nell’Azione Cattolica, rampollo di una delle più importanti famiglie di Torino. Beato.

E’ durata solo 24 anni, la vita di Piergiorgio Frassati, ma è stata intensissima. E’ a lui che sono dedicati due pomeriggi al Cenacolo San Marco organizzati dall’Istess in collaborazione con la Commissione per la pastorale giovanile della Diocesi di Terni e la Compagnia dei Tipi Loschi con il sostegno della Fondazione Carit, dal titolo “Verso l’alto”.

Domenica 10 aprile alle 17.30 è prevista la proiezione del film Se non avessi amore, che ripercorre l’ultimo anno di vita di Frassati, mentre domenica 17 aprile, sempre alle 17.30 il Cenacolo ospiterà un incontro con Marco Sermarini, fondatore della Compagnia dei Tipi Loschi di Grottammare e don Matteo Antonelli, parroco di Nostra Signora di Fatima e assistente ecclesiastico dell’Azione Cattolica Ragazzi di Terni.

Figlio del fondatore del quotidiano La Stampa, zio del giornalista e politico Jas Gawronski, prozio del conduttore televisivo Stas Gawronski e imparentato anche con il regista polacco Krzsysztof Zanussi, Piergiorgio Frassati nasce a Torino nel 1901 e cresce in una delle famiglie più in vista della borghesia sabauda.

Avvicinatosi alla spiritualità cristiana ai tempi del liceo, si iscrive alla facoltà di ingegneria mineraria per poter lavorare a fianco ai minatori, la classe operaia più disagiata a quel tempo. Morirà però a soli due esami dalla laurea.

Nel periodo universitario inizia a frequentare l’Azione Cattolica, la San Vincenzo de’Paoli, diverse associazioni alpinistiche e fonda con alcuni amici la “Compagnia dei Tipi Loschi”, che mette insieme preghiera, attività sociale e gite in montagna.

Proprio in montagna di innamora di una ragazza – Laura Hidalgo – orfana e di modeste condizioni sociali, ma rinuncia all’amore per non mettersi in conflitto con la famiglia.

È probabilmente visitando i poveri nelle loro abitazioni che Pier Giorgio contrae una poliomielite fulminante che lo porta alla morte in meno di una settimana, il 4 luglio 1925.

“Tra l’odio, la superbia e lo spirito di dominio e di preda, questo cristiano che crede, e opera come crede, e parla come sente, e fa come parla – commenta Filippo Turati – questo intransigente della sua religione, è pure un modello che può insegnare qualcosa a tutti”.

Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato nel 1990 e il Cai gli ha dedicato una serie di sentieri in tutta Italia. La sorella Luciana, madre di Jas Gawronski, è morta nel 2007 a 105 anni.

L’ingresso a tutti gli appuntamenti è libero.