La Troppa Grazia di Alba

di Arnaldo Casali

C’è Troppa Grazia nel film di Gianni Zanasi in cui Alba Rohrwacher appare alla Madonna.

Grazia nel soggetto, originalissimo. Poteva diventare facilmente una satira irriverente sul miracolismo che crea indotto e sul devozionismo venato di superstizione, invece ne è uscito un film divertente ma pieno di delicatezza, di poesia, persino di misticismo.

Grazia nella sceneggiatura, imprevedibile, capace di dosare comicità (la Madonna che aiuta a parcheggiare) e momenti autenticamente lirici e con dialoghi come non se ne sentivano da anni al cinema, con battute memorabili degne del miglior Moretti.

Grazia negli attori: Zanasi riesce a reinventare anche un volto inflazionato come quello di Alba Rohrwacher, qui forse nella sua interpretazione più bella in assoluto, accompagnata da un impeccabile Elio Germano, che torna a fare coppia con lei dopo essere stati – due anni fa – Francesco e Chiara, un altrettanto impeccabile Giuseppe Battiston e una ritrovata e semplicemente incantevole Carlotta Natoli.
Che dire poi della debuttante Rosa Vannucci, che sembra davvero la figlia di Alba, o la terza sorella Rohrwacher? Quanto alla magnetica Hadas Yaron, beh, l’idea di fare interpretare la Madonna ad un’attrice israeliana anziché alla solita fotomodella – e di farla parlare, per giunta, in ebraico – direi che è semplicemente geniale.

Grazia nella fotografia, negli effetti speciali , grazia nella stupenda colonna sonora molto rock, che stona meravigliosamente con il tema. Grazia nella regia, perfettamente dosata, calibrata, pignola come la protagonista, e che – tuttavia – non fa mancare gustosi virtuosismi.

Insomma un film che – proprio come Alba Rohrwacher – è incantevole, perfetto e improbabile.

Perché Lucia non ha proprio niente del classico profilo da pastorello: non è un’adolescente ignorante e cattolicissima, ma una giovane madre, una professionista pignola e razionalista, per giunta atea. Quantunque esaurita e un po’ toccata: senza dubbio più vicina al Mariano Giusti interpretato da Corrado Guzzanti in Boris (l’attore che aveva incontrato Gesù sulla Roma-L’Aquila) che alle sue colleghe di La Salette, Lourdes, Fatima o Medjugorje.

Presumibilmente un film che non piacerà né ai cattolici né agli atei. Perché davvero, contiene troppa grazia.