Obiettivi e scelte dell’Istess per la promozione della cultura negli anni 2000-2021
di Stefania Parisi
Ho vissuto il servizio della direzione dell’Istess nella fase in cui ha visto la trasformazione del proprio Statuto da Istituto di studi ad Associazione culturale, cioè ad organismo dotato di collegialità democraticamente eletta da una Assemblea di soci (anno 2001). Il passaggio era richiesto dalla normativa vigente che dettava norme anche per la partecipazione ai bandi delle Pubbliche Istituzioni al fine di ottenere contributi o collaborazioni. Ritengo sia stato un bene anche per la crescita umana e sociale del volontariato.
Per i nuovi associati, credo giovi riepilogare brevemente questa storia
Una breve storia
L’ Istituto di Studi Teologici e Storico-Sociali di Terni, come dicevo, ha la struttura di una Associazione culturale di volontariato (totalmente senza fini di lucro) e in quanto tale è provvisto del riconoscimento della personalità giuridica ed è iscritto al n. 11 / 03 dell’Albo Persone Giuridiche della Prefettura di Terni.
Nato nel 1975 come Scuola di Teologia su iniziativa del Vescovo di Terni Narni Amelia Santo Bartolomeo Quadri, nel corso degli anni si è arricchito di altre finalità e competenze, configurandosi sempre di più come un servizio – offerta culturale per tutta la città di Terni ed anche per il territorio provinciale e regionale.
Il Vescovo Franco Gualdrini ne è stato, in seguito, un grande estimatore e ha cercato di rafforzarne la identità di Istituto non solo Teologico ma anche Culturale in senso lato. Durante il suo episcopato, pertanto, l’ISTESS è entrato in un profondo dialogo con la società civile della città e i suoi organismi scolastici, scientifici, economici e sociali.
La valenza, poi, di Istituto per gli studi e la promozione culturale e la sua trasformazione in Associazione con base assembleare e struttura democraticamente costituita è stata compiutamente realizzata nel 2001, all’inizio dell’episcopato di monsignor Vincenzo Paglia che ne ha condiviso il rinnovamento radicale dello Statuto, in base al quale l’ISTESS da Istituto Diocesano di nomina episcopale è divenuto Associazione culturale con organi collegiali eletti dalla base assembleare.
La base associativa
Il cambiamento statutario è stato voluto per favorire una più ampia partecipazione di base e per poter interagire con trasparenza e autonomia con le Pubbliche Istituzioni locali, nazionali e europee.
L’Istess, fin dalla sua nascita, è retto da un Direttore generale che, prima nominato dal Vescovo, poi, a seguito del nuovo Statuto entrato in vigore il 21 Novembre 2001, viene periodicamente eletto dalla Assemblea dei Soci.
La trasformazione statutaria non è certo stata un fatto meramente formale: nel darsi una base assembleare l’Istess ha voluto evidenziare anche la convinzione del valore crescente della partecipazione dei laici nella vita della Chiesa e la volontà di aprire ancora di più la Chiesa agli apporti della società civile in cui opera.
La linfa vitale della Associazione è stata , è e sarà sempre nella sinergia con le risorse intellettuali del territorio che intendono collaborare volontaristicamente per la crescita della cultura e della spiritualità, con le quali l’Istess si rapporta nel pieno rispetto del pluralismo degli orientamenti.
Quasi per rappresentare specularmente la pluralità degli interessi e degli stimoli provenienti dal mondo contemporaneo l’ISTESS, in questo ultimo ventennio, si è organizzato nel proprio interno in una molteplicità di aree tematiche denominate “gruppi di progetto”; ciascun gruppo è coordinato da un responsabile e programma l’attività all’interno di una equipe allo scopo costituita. I responsabili si rapportano comunitariamente per la programmazione generale nell’Assemblea dei Soci e con il Comitato Direttivo..
Le aree dei gruppi di progetto sono variate spesso nel corso degli anni, secondo gli interessi dei proponenti e le attitudini dei referenti.
Oggi sono operanti 8 gruppi di progetto che si impegnano nello studio e nella promozione di eventi pubblici nelle seguenti tematiche (alcuni hanno bisogno di nuovi apporti di volontari…) :
Teologia, Filosofia, Presentazione di libri, Storia, Arti, Film Festival Popoli e Religioni, Segreteria e amministrazione, Comunicazione.
L’Istess nel 2005, diede vita anche ad Campus Universitario denominato “Il Cenacolo delle Arti” finalizzato alla espressione della creatività dei giovani universitari frequentanti le sedi del polo scientifico e didattico di Terni e Narni.
Per il Campus Universitario, nel 2007, l’ISTESS e il Comune di Terni (Assessorato alla Università) sottoscrissero un Protocollo di Intesa, condiviso anche dal Prorettorato di Terni, al fine di garantirne la migliore informazione tra i giovani. Realizzo alcuni eventi molto belli, come i Concerti dei giovani musicisti del nostro territorio e/o i meeting di poesia. Purtroppo l’esperienza durò 3 anni e poi, i cambiamenti ai vertici delle Istituzioni Pubbliche e Universitarie, e anche la mancanza di una Commissione Pastorale diocesana per l’Università, non ne consentirono la permanenza.
Oggi che la rinascita di una Pastorale Diocesana Giovanile e Universitaria sembra riprendersi, forse l’ISTESS potrebbe ritentare di avviare un nuovo Campus Universitario delle Arti al Cenacolo san Marco.
I rapporti con le Istituzioni Pubbliche
Per la realizzazione delle molteplici iniziative culturali, l’ISTESS ha sempre cercato di rapportarsi con le Istituzioni Pubbliche locali e nazionali e anche con le Istituzioni private come la Fondazione Carit, per accedere ai finanziamenti regolati da specifici Bandi. La nostra Associazione, infatti, deve autofinanziare le spese necessarie alle proposte culturali che organizza. Il suo totale volontariato è certo una risorsa imprescindibile, ma non sufficiente. Poiché i soci sono tenuti al volontariato e alla gratuità delle loro prestazioni, ma tutti gli altri collaboratori o tecnici o esperti o artisti devono essere giustamente compensati per il loro lavoro, a meno che non desiderino esplicitamente donarlo.
Pertanto, ogni anno, sono stati presentati i progetti dell’Istess a circa 9 Bandi: 4 alla Regione Umbria, 4 al Ministero Beni Culturali, 1 alla Fondazione Carit.
Ciò ha comportato una grande fatica, di cui spesso mi sono sobbarcata quasi del tutto da sola. Per la amministrazione e la tenuta contabile, invece, c’è stata in questi anni (e ancora resiste…) la preziosa collaborazione volontaristica di Franco Casali con Tiziana Cipicchia prima e Sandra Mazzachiodi oggi. I Bandi, una volta vinti, chiedono una rigorosa rendicontazione, nel pieno rispetto della normativa fiscale e previdenziale. Dunque sono un grande lavoro e una grande fatica! In sintesi: occorrono più collaboratori sia nella fase di stesura dei bandi (sempre più tecnologici) sia nella preparazione dei bilanci consuntivi. Tutti gli Enti sopra indicati hanno accolto le nostre proposte culturali.
L’unico Ente che finora non ha quasi mai contribuito alle spese degli eventi dell’ISTESS è il Comune di Terni. Eccezione fu il 2005, quando l’ISTESS ottenne, non senza travaglio a causa delle iniziali diffuse opposizioni delle forze politiche nel consiglio comunale di Terni, la firma di una convenzione con il Comune di Terni, in base alla quale il Comune si impegnava a contribuire alle spese di alcuni eventi tradizionali di particolare successo di pubblico, quali: il Giorno del libro (1° edizione nel 1989), gli Incontri di Letteratura Contemporanea in un dialogo tra le culture (1° edizione nel 1995), I Corsi di Storia di Terni e i Convegni storici, e Il Film Festival Popoli e Religioni (1° edizione nel 2005).
La convenzione fu deliberata, durante la fase amministrativa del sindaco Paolo Raffaelli, dal Consiglio Comunale (Delibera n. 228 ) il 12 settembre 2005 ed ebbe validità triennale ( 2005-2007).
L’iter preparatorio comportò un lungo e tormentato percorso a causa delle polemiche ideologico- partitiche che suscitò dovute alla “novità” di una prassi amministrativa che fino ad allora nella politica culturale si era ispirata piuttosto a criteri clientelari o di affinità ideologica o di esplicito laicismo; pertanto fu votata a maggioranza dal consiglio comunale e passò grazie all’apertura e convinzione dimostrata in quel contesto dal Sindaco stesso.
Il contributo che il Comune si impegnava ad erogare per tutte le suddette iniziative era di Euro 50.000,00 l’anno, all’incirca un terzo delle spese che l’ISTESS avrebbe sostenuto e nel computo delle spese bisogna considerare l’apporto consistente del volontariato messo in opera dall’ISTESS che – se stimato in termini finanziari- avrebbe raggiunto il valore di almeno il doppio dei costi complessivi di dette iniziative.
Al primo rinnovo, nell’anno 2008, fu deliberata con parere favorevole all’unanimità dal Consiglio Comunale che ne riconobbe l’efficacia e la buona qualità della proposta culturale ma ne fu ridotta la durata che si limitò al biennio 2008- 2009, e poi in corso di attuazione ne fu decurtata del 10 % anche la cifra del contributo e alla scadenza non fu più riproposta al voto del Consiglio Comunale dall’assessore alla cultura che addusse motivi di ordine finanziario.
La rescissione della convenzione recò un duro colpo alla fatica del volontariato dell’ISTESS che dovette mettere in campo un estremo sforzo organizzativo per non privare la città di significative esperienze educativo- culturali.
L’Istess continuò, infatti, nell’impegno, mantenendo gli appuntamenti culturali senza diminuirne la buona qualità.
Ma è il pluralismo e la democrazia della città che ne risentirono di più, poiché la collaborazione con il Comune, lungi dal comportare sudditanza o collateralismi politici, aveva contribuito a dar voce a quel mondo del volontariato che spesso esce mortificato dalla competizione con il potere pubblico.
A questo punto, per comprendere al meglio la identità della proposta culturale dell’ISTESS occorre soffermarsi a considerare due aspetti essenziali e tra loro inscindibili: il senso dell’impegno volontaristico e il concetto della laicità di comportamento.
La cultura del volontariato
Il volontariato è una nota distintiva del modo di agire di tutti i membri dell’ISTESS.
Il volontariato è considerato una grande risorsa, anzitutto morale e poi anche economica, ma non deve essere avallo a carenze istituzionali. Se si facesse ricorso al volontariato necessitati dal bisogno di abbattere i costi della produzione ciò dovrebbe essere considerato esplicitamente come uno sfruttamento e in quanto tale dovrebbe essere condannato.
Il modo di agire volontario è una grande risorsa solo se è motivato da principi ideali quali: lo spirito di collaborazione, la partecipazione per amore e passione, la piena condivisione degli obiettivi da raggiungere, un forte senso civico e un personale coinvolgimento nelle vicende della vita democratica del proprio territorio.
Solo con queste premesse la gratuità del proprio agire diventa costruttiva, moralmente esaltante, pedagogicamente creativa e “segno profetico” di fratellanza e di pacifica convivenza.
E diviene anche forza rivoluzionaria: nel mondo e nella cultura d’oggi tutto è monetizzato, il mercato sembra determinare non solo le grandi scelte economiche dei poteri pubblici ma anche le piccole scelte personali della vita quotidiana. C’è chi sostiene, infatti, che il volontariato oggi non abbia più senso o che sia appannaggio solo dei ricchi o di chi se lo può permettere… Un giovane disoccupato o inoccupato- ci si domanda- come può fare il volontariato? O chi glielo fa fare?
La risposta è nel valore intrinseco del volontariato: esso è una “mentalità” che può ben convivere con l’esercizio del lavoro o con l’attesa del lavoro. L’esperienza del volontariato si pone su un altro piano. Si regge sul desiderio della persona di “partecipare” attivamente- per il tempo che può- alla vita della sua comunità civile, nella convinzione che è la persona umana a dare significato e valore alla storia e non i soldi. I soldi servono, certo, ma non sono tutto. “Non di solo pane vive l’uomo” ! E’ verissimo, sarebbe triste e mortificante una vita senza lo spazio e la creatività del volontariato.
L’ispirazione cristiana dell’ISTESS ha certo favorito la nascita e la crescita di questa passione volontaristica nei suoi soci e collaboratori. Ed è un bene per tutti, credenti e non credenti o diversamente credenti.
Quest’ultima riflessione ci spinge a parlare ora del concetto della laicità del comportamento dell’ISTESS.
La laicità del comportamento
Nella programmazione e gestione della proposta culturale dell’ISTESS ci siamo ispirati da criteri di laicità e non di “confessionalità”, proprio in obbedienza all’invito di Gesù ai suoi discepoli a rivolgersi a tutti e a tutti offrire la sua Parola di vita. Lo Spirito soffia ovunque c’è un germe di buona volontà. Ma su questo aspetto caratterizzante, secondo me, la identità dell’ISTESS desidero soffermarmi ancora un po’.
L’Istess è strutturalmente una Associazione laica poiché nel suo Statuto prevede la esistenza di organi collegiali, quali la Assemblea dei soci e il Comitato Direttivo che sono liberamente costituiti e democraticamente eletti.
E’ laica nella sostanza perché in essa non ci sono discriminazioni né religiose né politiche: per entrare a farvi parte bisogna solo condividerne lo spirito che consiste nella valorizzazione del pluralismo e della democrazia e nella promozione volontaristica della cultura, della spiritualità, della solidarietà.
Ma – si potrebbe obiettare- la storia di questa Associazione ne mette in luce una forte appartenenza al mondo cattolico; come può allora definirsi laica? L’ISTESS è una associazione cattolicamente laica e laicamente cattolica: non mira al proselitismo religioso ma vuole mettersi solo al servizio della fratellanza universale in spirito evangelico.
Risponde certo a verità che l’ISTESS nella sua prima fase- come abbiamo sopra descritto- si è configurato come un Istituto Diocesano il cui direttore era nominato dal Vescovo, ma anche allora vi si poteva riconoscere un modo laico di esprimersi poiché era esente da discriminazioni confessionali o politiche ed era sempre improntato a spirito di dialogo sincero e scientifico. La laicità d’altra parte è essenzialmente una mentalità e un metodo di azione.
Dopo la riforma statutaria – come abbiamo detto – con la quale è stata introdotta la elezione da parte dell’Assemblea dei soci del Comitato Direttivo e del Direttore, l’ISTESS ha dato pieno compimento alla sua identità laica.
Infine, vogliamo ancora chiarire un aspetto particolare della vita dell’ISTESS: nello Statuto è previsto che oltre al Direttore ci sia un Presidente (con il ruolo di Autorità morale e non operativa) e tale ruolo è attribuito al Vescovo diocesano pro tempore; può sorgere pertanto il dubbio che questo elemento possa contraddire la suddetta dichiarazione di laicità dell’ISTESS.
Ma anche questo aspetto – a mio avviso – non diminuisce il carattere di laicità della Associazione, perché tutta la sua vita è programmata e gestita con l’ autonomia della sua collegialità interna, dal momento che il rapporto con il Vescovo si colloca sul piano del coordinamento con la vita diocesana e soprattutto sul piano del confronto e dell’ascolto reciproco per un comune discernimento. Negli anni dell’episcopato di Padre Giuseppe, dal 2014 ad oggi, abbiamo sempre avuto una esperienza stupenda di incontri illuminanti e incoraggianti!
Tale rapporto è venuto sempre a rafforzare la percezione del ruolo attivo dei laici nella Chiesa: l’Associazione in questo confronto con il Vescovo diviene un “luogo” prezioso in cui esperimentare la vitalità della ecclesiologia del Concilio Vaticano II relativa al laicato.
Specialmente nella Costituzione conciliare “Gaudium et Spes”, infatti, emerge con chiarezza la specifica vocazione dei laici nella Chiesa che consiste nel testimoniare la fede nel rispetto dell’autonomia delle realtà storiche e nel creare un ponte tra il mondo contemporaneo con le sue attese e speranze e con i suoi drammi e la Chiesa stessa affinché cresca la fratellanza e il “il bene comune”, come ci ricorda sempre anche Papa Francesco.
Ecco, questo è stato lo spirito con cui l’ISTESS, nonostante tutti i suoi limiti, ha inteso rapportarsi con la storia di oggi e con la Chiesa locale e universale.
Un aspetto speciale di questo incontro–confronto l’ISTESS lo realizza nell’impegno per il dialogo interreligioso, praticato senza finalità di proselitismi, solo con lo scopo di trovare ciò che unisce piuttosto che ciò che divide. Non si tratta di costruire un sincretismo religioso, né di discutere gli aspetti teologici degli uni e degli altri, ma solo di stabilire relazioni amichevoli tra i credenti nelle diverse fedi o anche i non credenti, relazioni basate sul rispetto e la stima reciproci, nella convinzione che ognuno, se vive ed opera con cuore aperto e libero da schermi ideologici, può recare al mondo un raggio di luce e di cielo e cooperare alla costruzione della pace.
Gli eventi culturali principali
Nella sua storia quarantennale, l’ISTESS ha gradualmente organizzato la promozione degli eventi culturali in modo sempre meno estemporaneo e sempre più continuativo. Si sono così consolidati i seguenti indirizzi di attività, tutti volti al raggiungimento dell’obiettivo generale consistente nella “formazione permanente” dei propri associati e della cittadinanza stessa:
1) Incontri con gli Autori (di saggi, best seller, ricerche sociologiche, testimonianze), che hanno avuto referenti, in tempi successivi, i soci: Anna Rita Manuali Staccini, Rosalia Saco Dulanto, Loredana Birocci, Stefania Parisi;
2) I Seminari Filosofici “ I Giovani incontrano la Filosofia”, referente del gruppo di progetto Maria Molè;
3) Festival del cinema Popoli e Religioni. Direttori artistici: Carlo Chatrian, Matteo Ceccarelli e Alessandro Minestrini, Oreste Crisostomi, Arnaldo Casali;
4) Il Cenacolo delle Arti (indirizzo poetico con referente Angela Chermaddi e indirizzo arti visive e storia dell’arte con referente Serenella Cecchetti:
5) Lezioni e/o dibattiti scientifici (Antropologia medica, Fisica, Chimica, ecc.), referente Mirella Scuderi, Mario Pollia;
6) Progetto questione sociale e azioni per l’integrazione e la cittadinanza per stranieri, referente Rosanna Moretti;
7) Seminari di Teologia, referenti don Enzo Greco, Lilia Sebastiani, don Riccardo Beltrami;
8) Studi e lezioni di “storia di Terni” e convegni storici, referente Pompeo De Angelis, Stefania Parisi;
9) Laboratori di scrittura creativa, referente Manuela Canali e di scrittura autobiografica con referente Anna Giorgini;
10) Alternanza scuola-lavoro con le scuole superiori della città, con particolare riferimento alla mediazione culturale, referente Maria Molè e Stefania Parisi
Gli interlocutori privilegiati delle suddette iniziative sono stati i giovani e le scuole. Con alcune scuole si sono sottoscritti protocolli d’intesa per eventi specifici, tra cui merita particolare menzione il Seminario Filosofico “I giovani incontrano la filosofia” sia per l’alta partecipazione degli studenti ( circa 200 iscritti ogni anno ) delle scuole superiori della Provincia e anche della Regione Umbria sia per la durata ormai più che ventennale dell’evento. I giovani in questa esperienza possono dialogare, nei 9 pomeriggi-sera in cui ogni anno nei mesi di febbraio-marzo-aprile si è svolto il seminario, con i grandi filosofi del panorama nazionale (Cacciari, Bodei, Antiseri, Mancini, Ferraro, ecc.) e confrontarsi tra di loro sulla propria filosofia della vita nei laboratori guidati da counselor della Scuola Umbra di Counseling Filosofico.
Conclusioni
Il filo conduttore di tutta l’attività sopra brevemente riassunta si può rintracciare nella formazione ai valori civili e morali della condivisione, del dono, della bellezza.
In questo tempo di globalizzazione spesso selvaggia e solo di mercato ci sembra che la sfida più importante da vincere sia quella della “riumanizzazione” delle relazioni.
Con le sue iniziative l’ISTESS ha cercato e cerca di darvi un contributo, sia pure in modo semplice e umile ma continuativo. Il Cenacolo San Marco, sede dell’Associazione e delle attività, è “luogo” geografico ma anche simbolico di tale impegno: nei diversi eventi che si susseguono durante l’anno cresce infatti la conoscenza e la stima tra i soggetti provenienti dalle diverse realtà e storie e fioriscono creatività prima nascoste o inespresse.
Ad esempio, durante i sedici anni del Film Festival Popoli e Religioni, alcuni giovani si sono scoperti bravi sceneggiatori, altri promettenti attori, alcuni anche registi, altri ancora giornalisti o animatori od anche abili contabili… Dal volontariato hanno appreso una “professionalità” che li sta portando oltre, verso esperienze di lavoro. E questo è un gran bene poiché mostra come la formazione e la cultura sono una grande risorsa economica. Investire in esse non è mai uno spreco, neanche in tempo di crisi finanziaria; è anzi il modo più giusto per favorire la ripresa e la vitalità duratura di un territorio.
L’indotto economico degli eventi- basti considerare il grosso contributo dato alla realtà socio- economica del nostro territorio dal Film Festival “Popoli e Religioni” – è un concreto fattore di sostegno allo sviluppo.