Istess, abbattere i muri con la cultura
di Aferdita Demiri
Scoprire i luoghi comuni in ambito storico, religioso, etnico, generazionale e culturale per capire quali sono i muri che ci dividono e abbatterli: in queste poche parole si può riassumere l’attività dell’Istess, Istituto di studi teologici e storico sociali) di Terni. Nei seminari, lezioni, convegni, spettacoli e grandi eventi che questa associazione organizza, infatti, non manca mai il messaggio di speranza dopo, ovviamente, un’analisi critica della realtà che ci circonda.
Inizialmente fu ideata come una semplice scuola di Teologia dal vescovo di Terni Santo Quadri nel 1975. Poi, con il passare del tempo ha allargato le sue competenze superando la sua immagine di istituto religioso cattolico per diventare, formalmente nel 2001 ma di fatto dal 1983 con il Vescovo Franco Gualdrini, un’associazione laica dove intellettuali si incontrano volontariamente per apportare la loro conoscenza contribuendo cosi alla crescita culturale e spirituale del popolo ternano.
La laicità di questa associazione fa si che non vi siano discriminazioni né religiose né politiche, per entrare a farvi parte quindi bisogna solo condividerne lo spirito che consiste nella valorizzazione del pluralismo e della democrazia, a garantirne la laicità è anche il fatto di avere al proprio interno l’Assemblea dei soci, uno Statuto dal 2001 e il direttore, o meglio attualmente, la direttrice Stefania Parisi.
L’Istess cresce con il mondo, nonostante sia in funzione già da tantissimi anni, resta sempre molto giovane e da l’idea di avere ancora tanto da offrire. Conserva il suo carattere fresco e giovane in quanto analizza e fa conoscere il mondo vedendolo sotto un punto di vista abbastanza attualizzato e concreto. Per sottolineare la molteplicità di ambiti in cui opera questa associazione si possono individuare alcune aree tematiche denominate “gruppi di progetto”; ciascun gruppo è coordinato da un responsabile che programma l’attività all’interno di una equipe allo scopo costituita. Fino ad oggi sono operanti 11 categorie di progetti che si impegnano nello studio e nella promozione di eventi pubblici nelle seguenti tematiche: teologia, filosofia, storia, scienze, arte, musica, attualità, problematiche sociali, comunicazione online, giornalismo. Gli interlocutori privilegiati delle suddette iniziative sono i giovani e le scuole. Con alcune scuole si sono sottoscritti protocolli d’intesa per eventi specifici, tra cui merita particolare menzione il Seminario Filosofico “I giovani incontrano la filosofia” che in genere si svolge durante i mesi di febbraio, marzo e aprile di ogni anno e prevede confronti tra i giovani e grandi filosofi del panorama nazionale.
Non vengono, tuttavia coinvolti solo i giovani, ma anche gli adulti con, ad esempio, laboratori di scrittura autobiografica. L’istituto anche un grande promotore del cinema. Da 11 anni, infatti, L’Istess organizza Popoli e Religioni, un festival del cinema il cui nome parla da solo, basato cioè sulla creazione di eventi e proiezioni cinematografiche di film che trattano ogni anno temi diversi ma che hanno sempre come filo conduttore quello di far conoscere le religioni e i popoli dando sempre il messaggio che una pacifica convivenza è possibile, proprio come è nello stile dell’Istess. Non si limitano, però, alla diffusione della conoscenza ma anche all’analisi e al confronto di vari esperti che mettono in luce le criticità e le problematiche che affliggono attualmente la popolazione mondiale.
Queste attività, come sottolinea fortemente la direttrice Stefania Parisi, sono del tutto volontarie e senza fini di lucro. “Il volontariato è una nota distintiva del modo di agire di tutti i membri dell’Istess – sostiene Stefania Parisi – è considerato una grande risorsa, anzitutto morale e poi anche economica, ma non deve essere avallo a carenze istituzionali”. “Il modo di agire volontario – continua la direttrice dell’Istess – è una grande risorsa solo se è motivato da principi ideali quali: lo spirito di collaborazione, la partecipazione per amore e passione, la piena condivisione degli obiettivi da raggiungere, un forte senso civico e un personale coinvolgimento nelle vicende della vita democratica del proprio territorio”. “C’è chi sostiene, infatti, che il volontariato oggi non abbia più senso o che sia appannaggio solo dei ricchi o di chi se lo può permettere” conclude poi dicendo: “Un giovane disoccupato o inoccupato, ci si domanda, come può fare il volontariato? O chi glielo fa fare? La risposta è nel valore intrinseco del volontariato: esso è una “mentalità” che può ben convivere con l’esercizio del lavoro o con l’attesa del lavoro. L’esperienza del volontariato si pone su un altro piano. Si regge sul desiderio della persona di “partecipare” attivamente – per il tempo che può – alla vita della sua comunità civile, nella convinzione che è la persona umana a dare significato e valore alla storia e non i soldi. I soldi servono, certo, ma non sono tutto”. “Non di solo pane vive l’uomo! – aggiunge Parisi, citando il Vangelo – E’ verissimo, sarebbe triste e mortificante una vita senza lo spazio e la creatività del volontariato”.
(dal Nuovo Corriere Nazionale)