Alessandro D’Alatri, Premio San Valentino per il Cinema nel 2022
“Famiglia Cristiana dovrebbe diventare “Famiglie cristiane”. Le separazioni, purtroppo, accadono sempre più frequentemente e che ho dovuto vivere anche io, possono finire i rapporti, ma non possono finire le famiglie. Oggi le famiglie sono di diverse tipologie, e quando si gestiscono bene diventano le cosiddette famiglie allargate, ma nascono nuove realtà e nuove relazioni. Io ho sempre pensato che può finire l’amore in una coppia ma non può cambiare quell’unità familiare, che va preservata. Perché è l’ultima cosa a cui siamo ancora legati. Siamo stati traditi da tutti gli elementi sostanziali della società: dalla politica, dalla comunicazione, dalla finanza. Sono rimasti brandelli di famiglie che nessuno ha pensato a mettere insieme.
Quando ero bambino, il figlio di separato era il diverso, oggi il diverso è il bambino che ha i genitori ancora insieme. La coppia finisce, ma l’amore non finisce.
Papa Francesco è stato il primo ad aprire uno squarcio su questa realtà, ma il cinema ha ancora difficoltà a raccontarla.
Di fronte alla guerra dell’Ucraina con la Russia, vedo gelo comportamentale, un’incapacità di saper vedere realmente cosa sta succedendo, e purtroppo per come siamo fatti noi, viviamo sempre la situazione come un derby calcistico. Io non ce l’ho fatta a mettermi una bandiera sulla mia giacca, perché non sono d’accordo nè con l’uno nè con l’altro. Io vedo morire gente innocente da una parte e dall’altra. Se vedo sempre il fattore umano di fronte a quello che sta succedendo, allora ho una posizione cristiana, e l’idea di due persone che si stanno sparando mi fa stare male, e l’idea che noi stiamo dando armi a persone per ammazzarsi la trovo inaccettabile. Ricordo quando, con il Terni Film Festival, siamo stati a Zamosc, in Polonia, proprio al confine con l’Ucraina.
Qui parliamo di San Valentino: ma l’amore non è solo quello tra due innamorati, l’amore vero si vede soprattutto in questi momenti”.
Alessandro D’Alatri, 13 marzo 2022