Terni Film Festival, bilancio della XIX edizione

Oltre 10mila presenze, di cui la metà dal vivo – con una media di 700 spettatori al giorno – e la metà online, con 5000 persone che hanno seguito gli incontri su facebook e su youtube da ogni angolo del mondo e 1580 studenti coinvolti delle scuole superiori e delle università.

Due anteprime, quattro trasferte (a Villalago, Narni, Roma e Vaticano), 2 spettacoli teatrali, 2 mostre, un workshop sugli effetti speciali organizzato con Umbria Film Commission, 4 giurie, 60 ospiti, 3000 opere iscritte, 67 selezionate e proiettate provenienti da 27 paesi diversi, di cui più della metà in anteprima nazionale, una coproduzione presentata in anteprima assoluta, cinque focus su violenza di genere, Iraq, Palestina, Presepe di Greccio e immigrazioni, gemellaggi con ben sei festival (da Tertio Millennio a Roma a Zamosc in Polonia, da Afragola a Erevan in Armenia, dalla Rete dei festival dell’Umbria a La Salette in Francia) e ospiti come e Matteo Garrone, Agnieszka Holland, Abel Ferrara, Carlotta Natoli, Kasia Smutniak, Riccardo Rossi e Massimo Wertmuller.

Sono questi i numeri della XIX edizione del Terni Film Festival, il cui bilancio è stato tracciato nel corso di una conferenza stampa dal direttore dell’Istess Arnaldo Casali, il vescovo di Terni Francesco Soddu, la direttrice organizzativa Lucrezia Proietti, la presidente dell’associazione San Martino Martina Tessicini e l’assessore alla scuola del Comune di Terni Viviana Altamura.

Un’edizione clamorosa – la seconda diretta da Moni Ovadia – che segna un significativo balzo in avanti nella storia del festival, che – compiuti diciotto anni – può dire di aver raggiunto davvero la maturità.

“Oltre alla stampa locale, che ci ha seguito con una costanza che ci onora – commenta Casali – abbiamo avuto un’eco forte anche sulla stampa nazionale e quella internazionale, ma anche sui social media di alcuni degli ospiti, come Natoli e Smutniak che ci hanno dato molta risonanza. Addirittura Kasia, cambiando taglio di capelli alla vigilia del suo arrivo a Terni, ha portato il festival persino sui giornali che si occupano di moda!”.

Il pubblico medio, come si diceva, è addirittura raddoppiato rispetto alla precedente edizione: “L’ultima volta che avevamo registrato il tutto esaurito costringendoci a mandare via degli spettatori – commenta Casali – era stato nel 2007 con Franco Battiato: quest’anno è successo per ben quattro volte: con gli spettacoli di Luisa Borini e Riccardo Leonelli, con il film di Kasia Smutniak e con l’anteprima di La stella di Greccio, quando oltre 60 persone hanno dovuto rinunciare vedere il film. Ma al di là dei grandi eventi, se fino a pochi anni fa il pubblico ‘minimo’ per le proiezioni di nicchia era di quindici persone, quest’anno sono diventate cinquanta”.

La buona notizia, sottolinea il direttore generale della kermesse, è che la ragione dell’aumentata affluenza sta probabilmente anche nella maggiore frequentazione delle sale cinematografiche: “Dopo il Covid il cinema sembrava destinato a morire, invece si registra un significativo ritorno in sala del pubblico, come testimoniano anche tanti casi cinematografici recenti”.

Ma a pagare è stata anche la scelta – effettuata per rispetto dell’ambiente – di trasferire la comunicazione in gran parte online: “Abbiamo stampato la metà programmi, non ne è avanzato nemmeno uno, e abbiamo comunicato soprattutto attraverso internet”.

TRE CONTINENTI E 27 PAESI RAPPRESENTATI

“Il grande vanto – continua Casali – è quello di aver raggiunto ormai una dimensione internazionale senza perdere il rapporto con il territorio”.

Per la prima volta, infatti, quest’anno tutti i premi principali sono andati a film non europei (Messico, Palestina, Israele, Cina), ma il cinema europeo continua a farla da padrone con 42 opere provenienti da 10 paesi. L’Italia è in testa, con 29 opere, seguita da Polonia (4), Francia (2), Ucraina (2), Ungheria, Spagna, Danimarca, Portogallo, Olanda e Bulgaria (con un film a testa).

L’Asia è stata rappresentata da 14 opere provenienti da 10 paesi: Iraq (3), Israele e India (2), Cina, Iran, Filippine, Turchia, Palestina, Giordania e Georgia (1).

Il continente americano, infine, è stato presente con 8 film provenienti da 7 paesi: Stati Uniti (con due film), Messico, Cile, Argentina, Brasile, Uruguay e Colombia.

Molto rappresentato, però, anche il cinema umbro, con le opere di Folco Napolini, Matteo Ceccarelli e il film New Life, il premio Ubaldi Moschin alla sceneggiatrice ternana Barbara Petronio, il workshop su Carlo Rambaldi organizzato da Umbria Film Commission e il premio per la miglior produzione al regista ternano Andrea Sbarretti, mentre il corto tutto ternano Run ha ricevuto ben tre Angeli, per il miglior attore protagonista (Riccardo Leonelli), migliore attrice protagonista (Mariavittoria Cozzella) e miglior colonna sonora (Marialuna Cipolla).

“Il festival era, è e sarà un pilastro della cultura a Terni, anche perché dà la possibilità alla cittadinanza di riflettere su temi importanti e di stretta attualità, mettendo a confronto diverse visioni” commenta Martina Tessicini, presidente dell’associazione San Martino, che dal 2018 è partner del festival e che per il secondo anno lo ha inaugurato con un focus sulla violenza di genere e il premio Panchina Rossa.

 

LE POLEMICHE SULLA VITTORIA DI ISRAELE E PALESTINA

Un tasto dolente sono stati invece i malumori seguiti alla premiazione della regista israeliana Iris Zaki e del regista di Gaza Mohammed Almughanni, che hanno entrambi vinto il festival nelle rispettive categorie (documentario e cortometraggio) ed – ex aequo – l’Angelo per la migliore sceneggiatura.

“Noi siamo molto felici che abbiamo entrambi accettato il nostro invito e abbiano condiviso per una settimana lo stesso albergo, lo stesso ristorante, lo stesso palco” commenta Casali. “Un palco dal quale sono arrivate solo parole di pace. Non siamo però riusciti a farli salire insieme e a fargli stringere la mano, perché Mohammed (che diventa quest’anno – peraltro – l’artista più premiato al Terni Film Festival) si è rifiutato di dialogare con Iris, che pure è una pacifista ed è molto solidale con la causa palestinese”.

Nel corso della conferenza stampa Casali ha anche letto le dichiarazioni inviate al festival dai due registi.

Nel suo messaggio Mohammed Almughanni ha spiegato di essere venuto al festival “per sensibilizzare l’opinione pubblica su ciò che sta accadendo in Palestina” ricevendo molta solidarietà dal pubblico ternano. Il regista (che aveva già vinto il festival nella categoria documentari nel 2020 e nel 2022 e nel 2021 ha presieduto la giuria internazionale) accusa però l’organizzazione di aver cercato di promuovere la pace “in modo molto ingenuo” e racconta di essere stato, in privato, “provocato a parlare dalla regista e dai suoi amici”. Un dialogo che ha rifiutato venendo duramente criticato per il suo atteggiamento dallo stesso Casali.

Iris Zaki, da parte sua, sostiene di essere venuta a Terni “con il cuore aperto e la mano tesa, desiderosa non solo di condividere il palco con Mohammed, ma anche di abbracciarlo come un collega”. “Noi, come artisti, dovremmo sforzarci di rompere le barriere politiche e astenerci dal boicottare gli individui, cosa che contraddice gli stessi principi di inclusività e comprensione che sosteniamo”.

Ricordando i brutali omicidi compiuti da Hamas, Zaki ricorda che “coloro che si addolorano per le vite dei palestinesi non possono, in buona coscienza, ignorare le vite degli israeliani e la profanazione della vita umana”. “È fondamentale – conclude la regista – che eventi come il carissimo festival di Terni siano liberi da posizioni politiche unilaterali. Invito a incoraggiare un dialogo ricco di sfumature che riconosca la complessità delle cose e consideri ogni vita come sacra”.

“Abbiamo guardato in faccia la realtà – commenta Casali – in tutte le sue contraddizioni e in tutta la sua sofferenza, cercando di rispettare i sentimenti di chi sta vivendo una tragedia sulla propria pelle”.

“Qualcuno ci ha detto che non si può parlare di pace in tempo di guerra – aggiunge – Ma è proprio in tempo di guerra che si deve parlare di pace. Lo abbiamo fatto l’anno scorso con l’Ucraina e la Russia, lo abbiamo fatto quest’anno con Israele e Palestina. Non ci arrenderemo mai all’odio, tantomeno all’odio etnico”.

“Abbiamo seminato e da questa semina qualcosa nascerà” commenta a sua volta il vescovo Francesco Antonio Soddu, che è presidente dell’Istess: “La guerra non aiuta a valutare bene le cose, ma solo a far guadagnare chi commercia in armi. Far incontrare le persone è sempre importante ed è quello che ha voluto fare il festival. Il regno di Dio è un regno di pace e di giustizia, ma non può esserci pace finché non c’è giustizia. E’ importante allora andare alla radice delle ingiustizie che sono alla base della guerra”.

“L’intera città di Terni – continua Soddu – deve essere orgogliosa di questo festival. Il cinema è un’arte ma è anche un metodo di comunicazione. Ciò che maggiormente ci riempie di orgoglio è che i ragazzi delle scuole hanno potuto usufruire di questo mezzo.”.

“Condanniamo ogni atto di violenza – aggiunge – sosteniamo le popolazioni indifese che non hanno colpa. Ogni considerazione può essere di parte.  Il Papa è stato sempre criticato per le sue azioni di pace per la guerra in Ucraina e per quella in Palestina. Ma in tutte le guerre il cristiano sta sempre dalla parte della pace”.

IL PRESEPE DI GRECCIO: INCONTRO AL CENACOLO IL 1 DICEMBRE

Tra i grandi eventi che hanno segnato l’edizione n. 19 del Terni Film Festival c’è La Stella di Greccio, il film sull’invenzione del presepe da parte di Francesco d’Assisi prodotto da ConfraTerni insieme a Istess Cinema, che dopo le due anteprime sold-out che hanno aperto e chiuso il festival, si prepara ora ad essere distribuito per Natale.

Ad annunciare la prossima proiezione è stata l’assessore alla scuola del Comune di Terni Viviana Altamura: “Come insegnante frequento da anni il festival con i miei studenti. Dopo aver visto questo bellissimo film, che presenta per la prima volta un Francesco ironico e alla portata dei giovani, ho chiesto a ConfraTerni di poterlo presentare a tutte le scuole medie della città, per offrire loro anche i valori più genuini del Natale”.

Lunedì 4 dicembre a palazzo Gazzoli il film sarà quindi proiettato per tutte le scuole medie del Comune di Terni.

Non solo cinema: alla nascita del Presepe l’Istess dedica anche un incontro storico-teologico, organizzato da Istess Teologia per venerdì 1 dicembre: L’umiltà dell’incarnazione con gli occhi di Francesco d’Assisi è il titolo della conferenza a due voci organizzata da Istess Teologia che, a fianco alla direttrice Lilia Sebastiani, vedrà lo storico francescanista Marco Bartoli (che parlerà sul tema Che cosa avvenne a Greccio   la notte di Natale del 1223) e il teologo francescano conventuale Domenico Paoletti (Realismo ed estasi: Francesco e l’umiltà di Dio).

L’incontro (ad ingresso libero) si terrà alle 17 al Cenacolo San Marco, auditorium che conserva – peraltro – un’importante memoria francescana: era proprio nel suo conventino che il santo di Assisi veniva ospitato quando sostava a Terni.