Tutto su “La Stella di Greccio”

La musica

La musica caratterizza il francescanesimo sin dalle sue origini: Francesco stesso era, in qualche modo, un “cantautore”, tanto da aver affidato ad un frate trovatore la melodia del Cantico di frate Sole. 
Il Laudario di Cortona, prima raccolta di canzoni medievali, è pieno di laudi francescane e il Giullare di Dio non ha mai smesso di generare musica: basti pensare ai tanti musical sulla sua vita come il celebre Forza venite gente e quello per ospitare il quale è stato realizzato il Teatro Lyric di Assisi, ma anche ai tanti cantautori che ha ispirato, da Angelo Branduardi a Jovanotti, da Eros Ramazzotti a Vinicio Capossela, da Fabrizio De André a Simone Cristicchi.

Eppure, paradossalmente, l’unico film che aveva utilizzato canzoni, fino ad oggi, era stato Fratello sole, sorella luna, con una leggendaria colonna sonora che aveva unito Riz Ortolani, Donovan e Claudio Baglioni.

 La Stella di Greccio torna non solo ad affiancare colonna sonora (curata da Paolo Paniconi) e canzoni originali (affidate a Marialuna Cipolla), ma – per la prima volta – fa cantare lo stesso Francesco, interpretato da un tenore al suo debutto come attore: frate Alessandro Brustenghi, noto come “La voce di Assisi”.

Alla voce di frate Alessandro sono affidate le laudi medievali che Francesco canta nel corso del film (Cristo è nato et humanato, Puer natus est, Gloria in cielo e pace in terra e Stella nova). Per la prima volta, il santo viene mostrato anche mentre suona una “viella giocattolo”, abitudine testimoniata dallo stesso Tommaso da Celano e dalle memorie dei suoi più stretti compagni.

Marialuna Cipolla ha invece composto e cantato il tema principale del film – Panno d’ortica – il cui testo è stato scritto con lo stesso Arnaldo Casali, e cantato – insieme ad Emanuele Cordeschi – il brano medievale Laudar Vollio riarrangiato in chiave folk-rock, mentre Paolo Paniconi ha composto la colonna sonora originale e aggiunto la musica sulle laudi cantate da frate Alessandro.

“Liliana Cavani ci ha cambiato la vita”

Il film presenta una visione totalmente nuova del santo di Assisi e non si ispira a nessuna opera precedente. Un grande debito, però, lo deve al film Francesco di Liliana Cavani del 1989 con Mickey Rourke protagonista.

Quel film, infatti, ha segnato l’inizio dell’interesse nei confronti della figura di Francesco d’Assisi da parte di Arnaldo Casali, la vocazione di frate Alessandro Brustenghi e la carriera di Fabio Bussotti, che vinse il nastro d’Argento per il ruolo di Leone, strinse un rapporto di autentica amicizia con gli attori che interpretavano gli altri frati, nel 2014 ha interpretato il terzo “Francesco” di Cavani nel ruolo di Silvestro, e in questo film torna – dopo 35 anni – a vestire i panni di Leone.

Cappuccini e minori insieme sul set

Come in Francesco giullare di Dio anche in questo film recitano alcuni autentici frati.– Francesco e Angelo sono infatti interpretati da due frati di ordini diversi. Brustenghi è un frate minore laico, mentre Gatto è un sacerdote cappuccino. E se il primo ha contribuito anche alla colonna sonora della pellicola, il secondo l’ha prodotta con la Confraternita che fa capo al Santuario di Santa Maria delle Grazie, di cui è rettore e di cui è priora Roberta Giansanti, produttrice esecutiva del film.

Produzione a tempo di record: cinque mesi in tutto, sette giorni di riprese

Il film è stato realizzato a tempo di record: poco di un mese di pre-produzione (dal 21 giugno al 30 luglio), tre mesi di post-produzione (dal 6 agosto al 10 novembre) e appena sette intensissimi giorni di riprese, dal 31 luglio al 5 agosto 2023.

Il rigido freddo di dicembre è stato ricostruito durante giornate afose in cui gli attori erano costretti a indossare pesanti vestiti invernali.

Il primo ciak è stato battuto nel refettorio dello Speco francescano di Narni, mentre l’ultimo la sera del 5 agosto nel chiostro di Santa Maria delle Grazie, che era anche il quartier generale della produzione.

Paradossalmente, la scena in cui le monache clarisse, all’alba, rientrano in silenzio nel dormitorio dove giace Chiara malata, è stata girata durante la festosa cena di fine riprese, con i 70 volontari che avevano partecipato alla lavorazione della pellicola che osservavano curiosi la troupe battere al tramonto l’ultimo ciak.